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Quali sono le 4 leggende di Catania in Piazza Università a Catania

2020-11-10 19:31

Valentino - Central Apartments®

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Quali sono le 4 leggende di Catania in Piazza Università a Catania

I 4 lampioni in bronzo di Piazza dell'Università custodiscono le quattro leggende di Catania (Gammazzita, Colapesce, Uzeta e i fratelli Anapia e Anfim

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4 lampioni in bronzo di Piazza dell'Università custodiscono le quattro leggende di Catania (GammazzitaColapesceUzeta e i fratelli Anapia e Anfimono).

Gammazita era una bellissima ragazza catanese, già promessa sposa. Di lei s’innamorò il soldato francese Droetto, tanto che la giovane catanese non usciva mai sola, tranne un giorno, dove andando al pozzo vicino al Castello Ursino fu inseguita dal soldato e pur di mantenere la propria virtù, Gammazita decise di gettarsi nel pozzo suicidandosi piuttosto che disonorare il proprio sposo

I fratelli pii Anapia e Anfinomo, giovani contadini etnei, vennero sorpresi da una forte eruzione alchè l’unica soluzione era quella di fuggire in fretta ma pur di salvare i genitori se li misero sulle spalle. Questa decisione permise alla lava di raggiungerli e come la leggenda racconta,, il fiume di magma si divise per poi ricongiungersi, risparmiando la famiglia. L’episodio era ben noto nell’antichità come esempio di pietas. Era considerato un vanto di Catania e furono coniate monete, innalzati tempi e scolpite statue. La loro tomba fu posta nel “Campo dei fratelli pii” presso il tempio di Cerere. Tale vicenda ispirò probabilmente anche Virgilio attraverso la figura di Enea, che salvò il padre Anchise dalle fiamme di Troia.

Uzeta, giovanotto di umili origini, conquistò il cuore e la benevolenza del re Federico II di Svevia grazie al suo coraggio e al suo valore. La leggenda narra che con la sua tenacia sconfisse i giganti Ursini, che all’epoca abitavano l’attuale Castello Ursino (da cui prende nome), sconfiggendoli e cacciandoli dalla poderosa costruzione. Tale impresa gli valse anche la mano della figlia del re Federico.

Cola Pesce è la leggenda più famosa delle terre siciliane, abile sub, tanto da poter abitare anche mesi sott’acqua.

Re Federico II di Svevia, venuto a conoscenza di questa incredibile dote, lo mise alla prova gettando negli abissi diversi oggetti preziosi, come la sua corona ed il suo anello e chiedendo a Cola Pesce che venissero recuperati.

Questi senza sforzo riportò quanto richiesto dal re, raccontando dell’incredibile meraviglia dei fondali siciliani, ma anche di eventi preoccupanti, come la Sicilia fosse poggiata su tre colonne: una a Capo Passero, una a Capo Lilibeo e una a Capo Peloro, proprio sotto Messina, e che questa colonna fosse prossima a crollare.

Il re, allarmato, gli chiese di andare a controllare meglio, ma data la profondità da affrontare, Cola Pesce porto con sè un pugno di lenticchie dicendo che se le lenticchie fossero tornate a galla sarebbe stato segno della sua morte.

Dopo qualche tempo dalla sua immersione riemersero le lenticchie.

Secondo la leggenda, Cola Pesce non è morto ma si è sostituito alla colonna incrinata ed è ancora li a sostenere Messina e la Sicilia intera.

Infatti, quando vi è un terremoto, si dice che Cola, stanco di sostenere la colonna, cambia spalla generando il tremore della terra.

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